Complesso Monumentale

Complesso Monumentale

LA BASILICA

La pianta

È Ambrogio stesso a raccontare in una lettera del 386 alla sorella Marcellina la straordinaria scoperta dei resti dei martiri Protaso e Gervaso che egli trasferì nella nuova Basilica dei Martiri, già chiamata dai milanesi «Ambrosiana» (ep. 77.2), dove si fece seppellire.

Pur conservando la pianta basilicale a tre navate delle origini, l’aspetto attuale della chiesa è quello della ricostruzione romanica tra la fine dell’XI e la prima metà del XII secolo. Preceduta da un quadriportico monumentale (“Atrio di Ansperto”), la facciata a spioventi (“a capanna”) è scandita in due ordini di arcate, decorata da archetti pensili e fiancheggiata da due campanili, uno dei monaci (IX-X secolo) e uno dei canonici (XII secolo).

La navata centrale è doppia rispetto a quelle laterali ed è divisa in quattro campate quadrate, tre coperte da volte a crociera costolonate, una aperta nel tiburio. Le volte sono sorrette da grandi pilastri a fascio su cui si imposta un vasto matroneo. All’interno sono conservati capolavori che testimoniano la secolare storia della chiesa di Ambrogio come centro dell’identità civile e religiosa di Milano. Costruita nel tipico laterizio rosso, la Basilica di Sant’Ambrogio è considerata il modello dell’architettura romanica lombarda.

San Sigismondo

San Sigismondo

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La cappella all’interno del chiostro dei canonici era conosciuta nel Medioevo con il titolo di Santa Maria Greca (forse corruzione dal latino Sanctae Mariae faventis aegris, ovvero ‘di Santa Maria che aiuta i malati’): alla fine dell’XI secolo fu concessa dagli arcivescovi Arnolfo III e Anselmo IV ai canonici come luogo di preghiera e di celebrazione degli uffici divini. Ricostruita parzialmente nel 1478, fu dedicata al re dei Burgundi Sigismondo, morto nel VI secolo e venerato come martire, e ampiamente restaurata dall’architetto Ferdinando Reggiori nel 1938-1940.

ORATORIO DELLA PASSIONE

ORATORIO DELLA PASSIONE

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L’oratorio adiacente al campanile dei canonici fu costruito nel 1477 da Guiniforte Solari per la ricca confraternita di Santa Maria della Passione, come luogo di preghiera e centro della vita spirituale degli ‘scolari’, ovvero i confratelli ammessi. Dopo la soppressione della confraternita, nel 1812 venne ceduto alla Basilica di Sant’Ambrogio, ma successivi cambi di proprietà causarono lo strappo e la dispersione di gran parte dei pregevoli affreschi, attribuiti alla scuola di Bernardino Luini (1481c.-1532), che rivestivano completamente la cappella.

SANT’AGOSTINO

SANT’AGOSTINO

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Il piccolo oratorio dedicato ad Agostino, che si apre sull’attuale via Lanzone, esisteva già nell’XI secolo. Solo dopo il XIV secolo fu ritenuto erroneamente il luogo in cui Ambrogio aveva battezzato il futuro vescovo di Ippona. Completamente rinnovato nel 1670 insieme agli edifici affacciati sul vicolo di accesso al monastero (detto “Strettone di Sant’Agostino”), presenta oggi forme barocche.

SAN BERNARDINO ALLE MONACHE

SAN BERNARDINO ALLE MONACHE

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Fondati sulle proprietà della nobile Floriana Crivelli alla fine del secolo XIII, la chiesa e il monastero (oggi scomparso) di Santa Maria di Cantalupo ospitarono una comunità femminile di Umiliate che in seguito adottarono la regola delle Clarisse francescane. La chiesa, oggi elegante esempio di architettura tardogotica decorata con pregevoli affreschi, fu intitolata a san Bernardino in memoria delle visite a Milano del celebre predicatore senese, morto nel 1444.

SAN NICOLAO

SAN NICOLAO

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Nel 1259 la chiesa, dedicata a San Nicola, più tardi, a Sant’Espedito, era attestata tra le parrocchie di Porta Vercellina. Nel 1659 venne completamente ristrutturata in forme barocche dopo il ritrovamento di un’immagine della Madonna, ritenuta miracolosa. Custodisce ancora oggi una statua trecentesca della Vergine della Misericordia in marmo, fatta collocare da Azzone Visconti (1302-1339) a protezione della Porta Vercellina.